Augusto

Cari amici,

Mancano, ora che vi scrivo, ben … 23 giorni al diaconato; e li sto davvero contando i giorni ora che si avvicina “pericolosamente” per me l’ordinazione… Quando si entra in Seminario il diaconato e il sacerdozio sembrano mete così lontane, eppure poi il tempo vola ed eccoci qua alla vigilia di questo piccolo grande passo: tra meno di un mese «Augusto» non esisterà più ed esisterà solo «don Augusto», e da quel momento il desiderio del Signore di volermi “tutto suo”, e in quanto diacono «Lui servo», sarà ancora più compiuto e definitivo. In pratica: una cosa da vertigine!

Il diaconato infatti è proprio questo: essere configurati a «Cristo servo». Se volete una immagine semplice dovete pensare al Signore durante la lavanda dei piedi (cfr. Gv 13,1-15). Il Signore Gesù al termine di questo gesto ad un certo punto dice: “Sapete ciò che vi ho fatto?”, come a dire: ”Ma vi rendete conto?”. La verità è che non ci si rende mai conto fino in fondo di quello che il Signore fa per noi. Il Santo Curato d’Ars amava dire che “il prete non si comprenderà mai bene se non in cielo”, ed io credo che ciò possa valere anche un poco per il diacono. Chi ha la grazia di ricevere il Sacramento dell’Ordine infatti non comprenderà mai abbastanza sé stesso. A ben pensarci forse è meglio così: se ci si rendesse conto, chi avrebbe il coraggio di fare questo passo davvero troppo grande per un uomo?

Quando rifletto sul diaconato la cosa che più mi affascina in questo momento non è neanche tanto “quello che il diacono può fare”, anche se comunque non è poco: oltre ad avere il compito ufficiale di pregare la Liturgia delle ore per e con il popolo di Dio, egli può infatti proclamare il S. Vangelo, benedire, battezzare, benedire le nozze, accompagnare i defunti al cimitero ed altre cose ancora. Però la cosa più bella a mio avviso è soprattutto il fatto che dal momento dell’ordinazione il diacono appartiene in modo ancora più speciale al Signore: è diventato un consacrato, ed uno che è chiamato in modo peculiare a diventare immagine del Salvatore.

Forse vi domanderete chi questo futuro diacono sia? Mi presento brevemente per chi non mi conosce. Come avrete capito mi chiamo Augusto, ho 32 anni e sono di nazionalità olandese ed italiana, però prima di entrare in seminario lavoravo in Germania. Se dunque a questo punto vi chiedete come mai sono giunto a Venezia, beh … vi confesso che ogni tanto me lo domando incredulo anch’io, però ne sono contento e guardandomi indietro posso scorgere la mano del Signore che mi ha sempre accompagnato nella mia vita. Quindi spero davvero di continuare a lasciarmi guidare dal Signore, dove Lui vuole, anche per il futuro. Posso dire che la mia vita è stata finora una piccola avventura, e come diceva un grande sacerdote scout (mons. Ghetti) bisogna “concepire la vita come avventura, ad venturam: per le cose che verranno. Il sacerdozio è un’avventura: è il gioco della vita, buttato al servizio di Dio!”

Colgo l’occasione per ringraziarvi della simpatia e dell’affetto con cui mi avete accolto nella vostra, anzi: nostra (!) comunità di S. Lorenzo, e per la preghiera con la quale mi accompagnate. A riguardo della preghiera: mi raccomando, continuate a pregare per me, ne ho bisogno. Anch’io prego per voi.

Con affetto,

Augusto

Nota: Per chi desidera partecipare, l’ordinazione diaconale sarà sabato 9 novembre 2019, alle ore 15:30, in Basilica di S. Marco a Venezia.